Davvero troppo. Cioè, mi aspettavo di vivere giornate intense qua a Rio a contatto con gli atleti olimpici e con i carioca ma forse non così tanto. E' un po' di giorni che tra un evento e l'altro non trovo il tempo di raccontarvi come procedono le cose qui in Brasile. Ci provo adesso soffermandomi su alcuni episodi vissuti dentro lo stadio, quelli che, il più delle volte, non vanno sotto i riflettori della regia internazionale.
Lo Stadio Olimpico in queste ricche giornate di gare non ha mai fatto registrare il tutto esaurito ma non sono mancati momenti degni di nota. Al di là delle prestazioni da capogiro in diverse finali, i carioca hanno vissuto da protagonisti la finale del salto con l'asta uomini. Una gara viziata dalla pioggia che ha portato alla sospensione del concorso per circa 40 minuti; gli atleti si sono riparati nei locali interni, vicino alla call room, e proprio in quell'istante mi è stato chiesto di consegnare loro degli asciugamani. Lavillenie & compagni hanno certamente gradito la cosa dato che la gara si stava trasformando nella finale del nuoto. L'atleta cinese, poi sesto a fine gara, non contento ne ha chiesti addirittura quattro.
La competizione si è poi accesa con il duello Lavillenie-Braz da Silva che ha visto il beniamino di casa imporsi superando anche il record olimpico (6.03m). Il clima è stato però rovinato dai tifosi brasiliani che, pensando di essere spettatori di un match calcistico, hanno fischiato e intonato cori ("buu!") durante i salti decisi del francese, poi medaglia d'argento. Lo stesso fatto si è ripetuto durante la cerimonia di premiazione. L'imbarazzo del nuovo campione olimpico brasiliano e le lacrime di Air Lavillenie hanno fatto si che il vicepresidente IAAF Bubka intervenisse. Dopo un breve meeting con i due campioni, il comitato organizzatore e la IAAF hanno deciso di celebrare la medaglia di Lavillenie con una cerimonia speciale tenutasi nella sala medagliati per porgere le scuse al francese, recordman mondiale.
In questi giorni poi ho prestato servizio in diverse zone dello stadio entrando anche in campo per il posizionamento degli ostacoli o delle piramidi numerate. Non solo, sono stato anche in press zone cercando di fermare i giornalisti (presente anche lo svedese Holm, 2,40m PB) pronti ad assalire gli atleti e nel locale adibito al riposo dei decatleti fra una fatica e l'altra. Un via vai di atleti e coach senza precedenti. Bolt lo vedo ormai tutti i giorni, poi anche Rudisha, Merrit, miss Klishina e le saltatrici in lungo.
Ma la cosa che più mi affascina di questi giorni è la warm up area. Il pass olimpico mi permette di accedere in quest'area, nient'altro che la pista di riscaldamento adiacente allo stadio. Qui si respira un'atmosfera davvero particolare. Il mondo dell'atletica si riunisce nello stesso anello per ultimare la preparazione i vista delle finali olimpiche. Qua si impara molto anche solo osservando il riscaldamento pre-gara degli atleti. E poi ancora si ha l'occasione di scambiare due parole con allenatori provenienti da ogni angolo del pianeta.
In ogni caso, nonostante l'Olympic Stadium sia diventato la mia nuova casa e Bolt & Co i miei nuovi "amici", qualche momento per immergermi nella città lo trovo ancora. Oggi sono stato nel Parco Nazionale di Barra de Tijuca, una foresta che circonda il Corcovado (il monte del Cristo) per raggiungere la cima e godermi la vista sulla cidade olimpica. Dopo un ora abbondante di cammino siamo giunti a destinazione. Il resto lo raccontano le immagini...
Ultimi giorni di Giochi Olimpici, non perdetevi la finale del salto in alto donne con due azzurre: sabato 20 agosto all' 1:30 ora italiana.
Lo Stadio Olimpico in queste ricche giornate di gare non ha mai fatto registrare il tutto esaurito ma non sono mancati momenti degni di nota. Al di là delle prestazioni da capogiro in diverse finali, i carioca hanno vissuto da protagonisti la finale del salto con l'asta uomini. Una gara viziata dalla pioggia che ha portato alla sospensione del concorso per circa 40 minuti; gli atleti si sono riparati nei locali interni, vicino alla call room, e proprio in quell'istante mi è stato chiesto di consegnare loro degli asciugamani. Lavillenie & compagni hanno certamente gradito la cosa dato che la gara si stava trasformando nella finale del nuoto. L'atleta cinese, poi sesto a fine gara, non contento ne ha chiesti addirittura quattro.
La competizione si è poi accesa con il duello Lavillenie-Braz da Silva che ha visto il beniamino di casa imporsi superando anche il record olimpico (6.03m). Il clima è stato però rovinato dai tifosi brasiliani che, pensando di essere spettatori di un match calcistico, hanno fischiato e intonato cori ("buu!") durante i salti decisi del francese, poi medaglia d'argento. Lo stesso fatto si è ripetuto durante la cerimonia di premiazione. L'imbarazzo del nuovo campione olimpico brasiliano e le lacrime di Air Lavillenie hanno fatto si che il vicepresidente IAAF Bubka intervenisse. Dopo un breve meeting con i due campioni, il comitato organizzatore e la IAAF hanno deciso di celebrare la medaglia di Lavillenie con una cerimonia speciale tenutasi nella sala medagliati per porgere le scuse al francese, recordman mondiale.
In questi giorni poi ho prestato servizio in diverse zone dello stadio entrando anche in campo per il posizionamento degli ostacoli o delle piramidi numerate. Non solo, sono stato anche in press zone cercando di fermare i giornalisti (presente anche lo svedese Holm, 2,40m PB) pronti ad assalire gli atleti e nel locale adibito al riposo dei decatleti fra una fatica e l'altra. Un via vai di atleti e coach senza precedenti. Bolt lo vedo ormai tutti i giorni, poi anche Rudisha, Merrit, miss Klishina e le saltatrici in lungo.
Ma la cosa che più mi affascina di questi giorni è la warm up area. Il pass olimpico mi permette di accedere in quest'area, nient'altro che la pista di riscaldamento adiacente allo stadio. Qui si respira un'atmosfera davvero particolare. Il mondo dell'atletica si riunisce nello stesso anello per ultimare la preparazione i vista delle finali olimpiche. Qua si impara molto anche solo osservando il riscaldamento pre-gara degli atleti. E poi ancora si ha l'occasione di scambiare due parole con allenatori provenienti da ogni angolo del pianeta.
In ogni caso, nonostante l'Olympic Stadium sia diventato la mia nuova casa e Bolt & Co i miei nuovi "amici", qualche momento per immergermi nella città lo trovo ancora. Oggi sono stato nel Parco Nazionale di Barra de Tijuca, una foresta che circonda il Corcovado (il monte del Cristo) per raggiungere la cima e godermi la vista sulla cidade olimpica. Dopo un ora abbondante di cammino siamo giunti a destinazione. Il resto lo raccontano le immagini...
Ultimi giorni di Giochi Olimpici, non perdetevi la finale del salto in alto donne con due azzurre: sabato 20 agosto all' 1:30 ora italiana.